La crisi della narrazione by Byung-Chul Han

La crisi della narrazione by Byung-Chul Han

autore:Byung-Chul Han [Han, Byung-chul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-01-22T12:00:00+00:00


6.

Dallo shock al like

Nel saggio Su alcuni motivi in Baudelaire, Benjamin cita un passo da un breve brano in prosa di Baudelaire: Perdita d’aureola 1. Il testo racconta la storia di un poeta che perde la sua aureola mentre attraversa un viale: «Poco fa, mentre traversavo il viale in gran fretta, saltando nel fango, attraverso questo caos mobile dove la morte arriva al galoppo da tutti i lati nello stesso tempo, l’aureola, in un movimento brusco, mi è scivolata dal capo ed è caduta nel fango del selciato»2. Benjamin legge questa storia come un’allegoria del moderno. Essa racconta la dissoluzione dell’aura: «Egli [Baudelaire] ha mostrato il prezzo a cui si acquista la sensazione della modernità: la dissoluzione dell’aura nell’esperienza dello shock»3. La realtà impatta violentemente l’osservatore. La sua rappresentazione si sposta dalla tela dipinta allo schermo sul quale viene proiettato un film. Il dipinto invita colui che lo osserva a indugiare in modo contemplativo. Dinanzi a esso egli si abbandona alle libere associazioni. E in questo modo l’osservatore prende dimora in sé stesso. Lo spettatore di un film, di contro, è analogo al pedone in mezzo al traffico caotico, dove la morte arriva al galoppo da tutti i lati: «Il cinema è la forma d’arte corrispondente all’accentuato pericolo di vita in cui vivono le persone oggi»4.

La funzione principale della coscienza consiste, secondo Freud, nel proteggere dagli stimoli. La coscienza cerca di assegnare una posizione allo stimolo che penetra in essa e che può minare l’integrità dei suoi contenuti. Benjamin cita Freud: «Per l’organismo vivente la difesa contro gli stimoli è un compito quasi piú importante della loro ricezione; l’organismo è fornito di un proprio quantitativo di energia e deve tendere soprattutto a proteggere le forme particolari di energia che operano in esso dall’influsso livellatore, e quindi distruttivo, delle energie troppo grandi che operano all’esterno»5.

La minaccia proveniente da queste energie è quella dello shock. Tanto piú la coscienza lavora in modo efficiente, tanto meno avvertiamo l’effetto traumatico degli shock. La coscienza previene l’infiltrazione degli stimoli negli strati profondi della psiche. Quando la protezione della coscienza contro gli stimoli fallisce, allora subiamo uno shock traumatico. Tanto il sogno quanto il ricordo funzionano come strategie di superamento di questi shock traumatici. A posteriori, entrambi si concedono il tempo per venire a patti con lo stimolo, quel tempo che sulle prime ci era mancato. Se lo shock viene bloccato dalla coscienza, allora l’energia scatenata dall’avvenimento viene attenuata e l’avvenimento stesso diventa un vissuto. In epoca moderna la quota di momenti di shock provenienti da impressioni singole è talmente elevata che la coscienza deve essere costantemente attiva per cercare di sorvegliare gli stimoli. Ma tanto maggiore è il suo successo nella sorveglianza, tanto minori saranno gli stimoli che diventeranno parte dell’esperienza. Le esperienze vengono sostituite da vissuti, cioè da shock attenuati. L’occhio dell’abitante delle grandi metropoli moderne è sovraccaricato di funzioni protettive e disimpara quindi l’indugiare contemplativo: «Lo sguardo inteso a garantirsi manca dell’abbandono sognante alla lontananza»6.

Benjamin eleva l’esperienza dello shock a principio poetico di



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